FLUXUS – Fluxus (2002) Kindertime 03

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Quando hanno inciso il loro ultimo disco, i torinesi Fluxus erano considerati hardcore punk: il loro precedente lavoro, Pura lana vergine (1998), subiva in realtà influenze varie, ma l’irruenza era quella della musica dura.

Quattro anni di evoluzione, e il gruppo, ridotto a un trio, incide il suo 154, un disco new wave denso e meditativo, dove basso, batteria e chitarra suonano cupi e rarefatti, dando il risalto che meritano ai testi, quasi sempre magnetici.

 

Difficile rendere i flash cinematografici delle canzoni con parole migliori delle loro: lo straniamento e l’alienazione dei momenti di quiete come Radiografie (Ma da dove viene tutta questa gente, solo gente, non più uomini e donne, in un vuoto permanente) e Una splendida giornata di luna (Lentezza dei movimenti in un mare grigio di nulla, mi piace sedermi a pensare a niente di particolare da dire), colorate dalla tromba dell’allora onnipresente Roy Paci; la determinazione dei brani più movimentati, come Stella dalle mille facce e Strana forma di vita (Domani potremo dirci cosa siamo stati a fare in questa lunga notte che non è ancora finita e continua a girare); le frasi che invitano al coro, come Talidomide (Deformazioni, cambiamenti sbagliati, trasformazione) e Questa specie, forse la chiave di lettura dell’intera opera, dove viene dichiarata la ricerca di risonanze negli altri, per poter parlare con qualcuno degli altri cammini in cui la parola si imbatte, prima di essere di nuovo splendido buio che squarcia il mistero con la propria assenza di luce.

 

La A mutual friend di Fluxus si intitola Fensi, e come il capolavoro dei Wire si apre con frammenti di una storia, o di tante storie (L’impiegato che perde la testa litigando in mezzo alla strada, atti di teppismo giusti e sacrosanti, l’auto abbandonata che diventa letto), crescendo per circoli fino al canone finale, dove le voci si rincorrono nell’invitare all’abbandono (Trasformami!), al salto (Fidati dell’emozione che ti conduce).

 

Un ritratto astratto e appassionato del proprio tempo, che è ancora il nostro, fatto per contrasti fra la profondità del disagio e la leggerezza dell’apparenza, le lampade solari più potenti di alpha centauri, l’attrice sulla cresta dell’onda sogno di milioni di italiani, che però non vanno mai al cinema.

 

Molte immagini efficaci, qualche verso d’effetto (Qualcuno è stato sgozzato, ma oramai gli sarà passato), e una capacità di sintesi mirabile, nella musica come nei testi, opera di autori già maturi per età ed esperienze, sufficientemente impegnati in altre attività professionali da poter mantenere disincanto rispetto all’improbabile ruolo di rockstar italiane (Butta la tua statua giù, e resta giù).

 

Il bassista Luca Pastore, responsabile della parte visuale e della gran parte delle parole, continuerà poi con successo l’attività di regista per Subsonica e altri, per riprendere in tempi recenti il discorso musicale col batterista Fluxus Roberto Rabellino nei Maciunas di Giorgio Ciccarelli (Afterhours, Sux!); il cantante Franz Goria darà un colore Fluxus alle canzoni dei Petrol, autori di Dal fondo (2007) e L’amore è un cane (2009), ottimi anche se meno centrati di Fluxus.

 

Domenico Di Giorgio (settembre 2011)

 

 

Tracklist:

1. Nessuno s’accorga di niente

2. Non c’e’ più niente di me

3. Radiografie

4. Strana forma di vita

5. Una splendida giornata di luna

6. Questa specie

7. Fensi

8. Talidomide

9. Rosso scuro

10. Stella dalle mille facce

11. Una splendida giornata di luna

12. Attraverso managua.

 

KINDERTIME

 

La cioccolata migliore va fatta sciogliere lentamente in bocca, dicono, perché il sapore arriva dopo un po’, per rimanere a lungo.

Viceversa, la cioccolata per bambini è carica di burro di cacao e zucchero, che fanno arrivare un lampo di sapore alle papille, intenso e labile.

Oggi esce troppa roba, e spesso non c’è modo di sentire due volte un disco prima di decidere se e come recensirlo: di conseguenza, i “dischi-Kinder” possono avere più spazio di quelli che cercano il retrogusto, ascoltati senza l’attenzione e il tempo che permetterebbero di evidenziarne i pregi.

I dischi segnalati qui potrebbero non essere davvero capolavori come credo io, ma sicuramente avrebbero meritato miglior sorte. (DDG).

1 Comments

  1. 4everpatton

    ti do pienamente ragione. un disco fuori dai loro precedenti schemi ma incantevole .
    ho visto i fluxus un paio di volte ai tempi di NON ESISTERE e PURA LANA VERGINE e alzavano un muro del suono e una potenza espressiva dove era impossibile non accorgersene . . . ma come si sa in italia si accorgono solo di schifezze e vabbe’ pace. io i fluxus me li sono goduti e pochi giorni fa anche i maciunas , che live . . .

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