BUFFALO TOM – “Sleepy eyed” (1995)

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Nel pieno della bufera Grunge datata primavera 1992, un paio di dischi più degli altri accompagnavano le mie giornate parzialmente occupate dagli obblighi militari: Non such degli Xtc (sensazionale a dir poco) e “Let me come over” terzo disco dei Buffalo Tom bravi a confezionare un lavoro omogeneo ed ispirato alternando le classiche selezioni power pop a ballads intense e di pregevole fattura (Mineral e Taillights fade le prime due che mi vengono in mente adesso che ho non ho il disco qui con me).

Alla fine di quell’anno insomma i Buffalo Tom si piazzavano bene nonostante critica e pubblico fossero affaccendati in altre faccende. Nulla di stupefacente, ed anzi la rintracciabilità di un ascendenza “young-iana”, che qualcuno aveva rimarcato non senza una qualche ragione, li rese leggermente old fashion ed under statement nel momento in cui altri erano gli stilemi di grido.

Successivamente “Big red letter day” nel 1993 aveva parzialmente deluso le attese sia per un appannamento nella verve sia per scelte melodiche che superavano in alcuni momenti il confine che delimita le buone cose melodiche da quelle meno buone e dozzinali. Ci poteva stare però perché i Buffalos, oltre che da Let me come over”, venivano dall’altro loro grande secondo disco (probabilmente il migliore a questo punto) che era “Birdbrain”.

Ed in parte, in questo loro nuovo “Sleepy eyed”, tornano con prepotenza valvole e distorsioni, feedback e saturazioni che il Dreamland di Woodstock (lo stesso studio del loro disco precedente) non fa fatica ad ospitare. Mai sentito i Buffalo Tom dal vivo ma immagino che, come per Dinosaur Jr. e Fugazi (per fare due nomi che nella dimensione live trovano forse il loro punto di forza assoluto), il lavoro da questo particolare punto di vista rivesta una particolare consistenza.

Da solo non basterebbe, ma quando i pezzi funzionano come “Tangerine”, “Rules”, “It’s you” per citare i ritornelli più liberatori, il risultato è assicurato. Un po’ meno bene va quando viene un po’ buttata lì la selezione prendi fiato sotto la veste della folk ballad o del mid tempo. Se l’idea è appena sufficiente per una B side, troverà un’ accoglienza migliore in un formato diverso dal 33 giri che deve in qualche modo recuperare il terreno perso.

Anche se la durata complessiva è al di sotto dei circa 50 minuti, qualche selezione in meno avrebbe forse giovato al risultato finale per quanto, non so come spiegarlo, ma non glielo andrei a dire ai Buffalo Tom.

 

 

 

 

 

Anto (1995)

 

 

 

 

Tracklist:

1.”Tangerine”

2.”Summer”

3.”Kitchen Door”

4.”Rules”

5.”It’s You”

6.”When You Discover”

7.”Sunday Night”

8.”Your Stripes”

9.”Sparklers”

10.”Clobbered”

11.”Sundress”

12.”Twenty-Points (The Ballad of Sexual Dependency)”

13.”Souvenir”

14.”Crueler”

 

 

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