WALTER STEDING “Walter Steding” (1980)

WALTER_STEDING.jpgE’ dal ribollente calderone dell’underground Newyorkese che peschiamo il debutto di Walter Steding, giovane violinista alle prese con un progetto definibile nell’area della contaminazione di suoni classici con suoni elettrici ed elettronici.

Il rischio della didascalità, sempre presente in operazioni di questo tipo, viene evitato non solo e non soltanto per la decisiva presa di distanza dall’approccio melodico (e questo nonostante la produzione del BlondieChris Stein) ma anche grazie ad un “taglio” minimale basato sull’utilizzo di una formula di per sé un po’ rigida, basata su drum machine e tappeti di tastiere sui quali insistono le folate di un violino effettato con l’ eco, ma efficace. La presenza di Robert Fripp (su Hound dog) e di Richard Lloyd (su Shout) rendono ancor più appetibile il disco che viene pubblicato dall’etichetta dei Suicide.

Con qualche idea in più si sarebbe potuto parlare di un debutto più che interessante ma anche così “Walter Steding” è disco in grado di ritagliarsi un suo onorevole spazio.

 

Anto (1981)

 

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