Metallica – Death Magnetic (2008)

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Finalmente!

Dopo 5 anni d’attesa, di cui circa due di gestazione, tornano i Metallica con un nuovo album, Death Magnetic.

Questo nuovo album si presenta con un carico di aspettative senza precedenti e richieste di sonorità più da primi Metallica da parte dei milioni di fan della band (critici inclusi).

Licenziato il produttore e per certi versi componente occulto della band Bob Rock (ogni volta che leggo il suo nome non posso fare a meno di sorridere pensando ad Alan Ford e al gruppo TNT di Bunker e Magnus 🙂 ), aver preso al suo posto Rick Rubin (produttore di lungo corso e molto apprezzato in genere) e finalmente titolare al basso Robert Trujillo non solo dal vivo ma anche in studio, i Metallica danno vita ad un album che promette una sterzata su sonorità che hanno fatto la storia sia della band che del metal, in parte già tentata in St. Anger.

Sterzata che in effetti è avvenuta, con 10 pezzi che riecheggiano i Metallica dei primi album (compresa la distribuzione delle tracce all’interno dell’album) e con una copertina col logo quasi vecchia maniera; proprio per questo se l’album odierno si fosse chiamato Ritorno alle Origini invece che Death Magnetic, non penso che nessuno (o quasi) avrebbe avuto niente da ridire.

I pezzi che compongono Death Magnetic non sono male, suonati bene tranne a volte quasi un senso di stanchezza da parte di Lars Urlich, riffoni di chitarra di Hammett e Hetfield e cambi di marcia tipici dei Metallica old style. Teoricamente sono canzoni che dovrebbero soddisfare di più i fan storici della band o comunque quelli che prediligono maggiormente le sonorità trash piuttosto che i fan arrivati dopo il black album.

Però?

Però questo album non mi convince del tutto, aldilà del problema di una masterizzazione non del tutto ottimale (problema sempre più comune purtroppo), i brani come detto non sono brutti e non è neanche il problema del già sentito, cosa che del resto ci si poteva per molti versi aspettare, ma non è quello che si voleva in fondo? Altrimenti perchè chiedere un ritorno al passato se non per risentire certe sonorità? Non è neanche un problema di improvviso imbrocchimento tecnico o di calo di voce, James Hetfield ha ancora una voce magnifica, o di scelte stilistiche e melodiche “strane”, a parte alcuni pattern di Lars che mi lasciano abbastanza perplesso, non è un problema nemmeno Trujillo che secondo me si è ben inserito nei meccanismi della band.

Il problema è che i Metallica nonostante tutti i loro sforzi e quelli di Rubin (che si notano, sia gli uni che gli altri) non riescono a ricreare quella magica atmosfera dei primi album. C’è poco da fare, questo disco ha poca “anima”, gli sforzi per tornare alle origini si sentono ma, ripeto, c’è poco da fare, i nostri non sono più dei ventenni arrabbiati e con una gran voglia di raccontare qualcosa prima di tutto a se stessi e poi al mondo, sono persone decisamente diverse (e non sta a noi giudicare se migliori o peggiori), la tecnica c’è e in parte c’è anche la capacità creativa ma manca quel quid che rende una canzone speciale.

Credo che sia molto probabile che quel qualcosa che manca possa venire fuori dal vivo, sotto la spinta emotiva dei fan che sempre affollano i concerti dei Metallica ma su Death Magnetic, nonostante tutta la buona volontà del gruppo e di Rick Rubin, non è venuta fuori.

In definitiva questo album dei Metallica si presenta con luci ed ombre che mai come nel caso di Death Magnetic sono decisamente legate al gusto personale, per quel che mi riguarda non lo trovo pessimo ma nemmeno un capolavoro, mi sembra più che altro un disco di transizione che però rispetto a St. Anger fa dei passi in avanti.

Da ascoltare, ma senza troppe aspettative altrimenti si rischia di rimenere delusi.

 

 

 

 

Mario (novembre 2008)

 

 

 

 

Tracklist:

  1. That Was Just Your Life

  2. The End of the Line

  3. Broken, Beat & Scarred

  4. The Day That Never Comes 5

  5. All Nightmare Long

  6. Cyanide

  7. The Unforgiven III

  8. The Judas Kiss

  9. Suicide & Redemption

  10. My Apocalypse

 

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