LABRADFORD “Labradford” (1996)

LABRADFORD____Labradford_____1997_.jpg


 

Sette movimenti per quaranta minuti di musica, nessun titolo ed informazioni con il contagocce; sembra di essere tornati ai tempi dell’enigmatico rebus dei tre ragazzi immaginari, quando per scoprire i titoli delle canzoni occorreva associare le immagini del retrocopertina con le ipotesi riportate da un settimanale inglese.

Quello che so lo leggo su Rumore che caldeggia l’acquisto di questo 3° album del quartetto di Richmond Virginia.

Intanto però sgomberiamo subito il campo da etichette quali Post Rock o musica aperta, affibbiate in scioltezza in questi giorni da molti cronisti italiani e esteri sulle riviste specializzate, e diciamo che il disco in oggetto non è proprio nulla di speciale.

Passi per l’intelligente utilizzo dei campionamenti, passi pure l’idea di una musica descrittiva e un po’ sognante e passi pure che questi siano dei bravi ragazzi; quello che difficilmente può passare è l’idea sbandierata senza il beneficio del dubbio di “un grande disco (…) a meno di tre anni dall’inizio del terzo millennio è ancora possibile creare musica non banale”.

E’ vero, potremmo essere affascinati dalla regolarità del battito cardiaco che ritroviamo come tempo principale conduttore, potremmo distendere l’udito in cuffia alla ricerca di impercettibili variazioni nell’omogeneo background e potremmo anche trovarle in suoni estranei, potremmo fotografare con il pensiero la fine di una giornata che non riusciamo a captare in città ascoltando l’ultimo movimento (il migliore per quel che può valere una considerazione di questo genere in un disco così fatto).

Potremmo fare tutto questo ed altro ancora, ma una cosa non riusciremo a fare: rimettere il disco sul piatto (o il cd nel lettore).

Personalmente ci sono riuscito dopo più di una settimana ed il risultato anche se un po’ più confortante non è cambiato di molto.

In ogni caso, ed è quel che conta, 35.000 £ per il suo acquisto questo disco non le merita davvero.

 

 

 

 

Anto (1997)

 

 

 

 

Tracklist:

  1. Phantom Channel Crossing
  2. Midrange
  3. Pico
  4. The Cipher
  5. Lake Speed
  6. Scenic Recovery
  7. Battered

 

Lascia un commento