Roots Connection – Animystic (2009)

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Pensare è classificare.

Provate a seguirmi in un semplice esperimento: vi racconto di Enrico “Mad Dog” Micheletti, prematuramente scomparso lo scorso anno, uno che è stato un bluesman vero, che ha suonato negli States con John Lee Hooker per dirne una.
Vi dico che la sua band si chiama “
Roots Connection“, magari sottolineando la parola ‘roots‘ e sorvolando su quel ‘connection‘ che insieme al titolo del disco ‘Animystic‘ potrebbe mettervi su un altra strada.
Vi dico che nel disco c’è una cover di “
Hard time killing floor” e che lui suona il dobro e la slide guitar. Poi voi prendete in mano “Animystic” lo mettete sul piatto (o l’equivalente tecnologico odierno) e restate disorientati. Confusi. Magari anche delusi.

Se volete, riprovate sapendo che a me, al secondo ascolto, sono venute in mente nell’ordine la voce di John Lennon in ‘Tomorrow Never Knows‘, Peter Gabriel a metà degli anni novanta, i Thievery Corporation (probabilmente perchè i miei riferimenti dub sono più meno quelli e niente altro di più) e alla fine anche certe ballate degli U2 più sperimentali (ma qui il cervello era in pappa e cercava agganci dovunque).
Fine dell’esperimento, dal terzo giro in poi dovrebbe andare meglio.

E il disco, alla fine ?
Animystic“, il titolo, fonde due parole (animismo e mistico) e vuole essere una descrizione delle atmosfere dell’album: strutture blues sovrapposte a pesanti basi elettroniche e dub, raga spirituali e ballate.

La figura di “Mad Dog” avrà, speriamo, la rivalutazione postuma che si merita ma che, come spesso accade, arriva troppo tardi.
Cercando di evitare i coccodrilli, siamo di fronte ad un album decisamente interessante ed originale cui
Tavernelli (DJ Samples) e Ferraboschi (Bass Computer Programming) contribuiscono nella stessa misura del leader e a cui, purtroppo, avranno difficoltà a dare un seguito.
La dura apertura di ‘
Wake Up‘, ‘Another Man Done Gone‘ e la chiusura malinconica di ‘Ring them bells‘ sono i pezzi migliori di un album che, nonostante qualche momento meno riuscito come ‘Johnny Too Bad‘, vale la pena ascoltare bene e a mente aperta.

Rest in peace, Mad Dog, te ne sei andato troppo presto e mancherai ad un sacco di gente.

 

 

 

 

Andrea Barsanti (giugno 2009)

 

 

 

 

Tracklist:

1. Wake Up

2. Hard Time Killing Floor (Skip James)

3. Another Man Done Gone

4. You Got To My Head Like Wine

5. In My Song (T. Dorsey)

6. The Only Face

7. Johnny Too Bad (Bailey, Winston, Crockers)

8. Lemon Juice

9. Dream Baby Dream (Alan Vega – Martin Rev)

10. Ring Them Bells (Bob Dylan)

 

 

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