NATIONAL HEALTH “Of queues and cures” (1978)

NATIONAL_HEALTH____Of_queues_and_cures_____1978_.jpgChe stia ancora accadendo qualcosa a Canterbury?

Che nel momento in cui il cielo è popolato da centinaia di strani aeromobili, uno skylarking (*) puro e semplice si libri su un’altra quota volando senza assistenza da terra?

Affermativo, l’equipaggio del National Health viaggia meravigliosamente alto sulle ali di “Of Queues and Cures” secondo mirabile episodio dell’ex “Club degli Esclusi”.

Gente in gamba questa, uomini semplici dalle fulgide intuizioni musicali e dalle eccezionali capacità tecniche che meriterebbero ben più degli scassati pullmini che usano per gli spostamenti, dei modesti cachet che permette loro giusto un rifocillamento di base e, soprattutto, meriterebbero ben altra considerazione.

La cosa forse più straordinaria di questo disco non sta soltanto nello spirito che lo permea dalla prima all’ultima nota, nell’identità forte di “suonare perché si ama farlo”, che pure sono i tratti distintivi più evidenti. Molto più semplicemente “Of Queues and cures” risulta essere, dopo quasi un decennio di produzioni Canterburiane, uno dei dischi più belli dell’intera cd. <Scuola di Canterbury>.

Gli occhi luccicano quando, dopo l’esposizione del tema introduttivo (anche tema principale), una vertiginosa progressione parte sollecitata da un incredibile Pip Pyle: “The bryden 2-step” è uno dei pezzi più belli che abbia mai ascoltato, la goduria della progressione sta nell’intreccio di tre distinte voci, quella assolutamente geniale è la terza: scopritela!

Non è l’unico momento forte, “The collapso” vi scoppierà fra le mani quasi subito.

Attenzione! Miccia cortissima!

Poi uno sviluppo sì da cervelloni, ma anche disinvolto nei cambi di tonalità e nel susseguirsi dei diversi temi che lo contraddistinguono.

Suonare su distanza lontane dal formato Pop non è facile, devi sapere catturare l’attenzione, mantenere desta la curiosità, non svelare troppo e subito le carte; i National Health ci riescono con una naturalezza ed un aplomb incredibili.

La prova definitiva sta in “Binoculars”, e qui non dico proprio nulla se non che i suoi quasi 12 minuti trascorrono sfidando le leggi temporali normalmente accettate.

E’ meraviglioso “Of queues and cures” ed altri aggettivi proprio non riesco trovarli.

 

(*) Uso questo termine, sostituendolo all’originario “gigantesco B52”, dopo essere stato ammaliato (per l’ennesima volta) dagli Xtc nel 1986.

National Health 1978: Dave Stewart, Phil Miller, John Greaves, Pip Pyle.

Credits ulteriori: Georgie Born, Paul Nieman, Phil Minton, Selwyn Baptiste, Jimmy Hastings, Keith Thompson, Peter Blegvad, Rick Biddulph

 

 

 

 

Anto (1978/1986)

 

 

 

 

Tracks:

 

1

The Bryden 2-Step (For Amphibians) (Part 1)

2

The Collapso

3

Squarer For Maud

4

Dreams Wide Awake

5

Binoculars

6

Phlakaton

7

The Bryden 2-Step (For Amphibians) (Part 2)

 

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