Massimo Volume Live @ ESTRAGON 7/ 11/ 2008 + Blake/e/e/e

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7 novembre 2008: una data che tutti i fan dei Massimo Volume non scorderanno mai. Dopo aver riacceso gli entusiasmi con la partecipazione al Traffic di Torino di quest’estate, i Massimo Volume tornano a Bologna, la loro Bologna per sancire definitivamente il loro ritorno sui palcoscenici nostrani. 

Location stabilita per quest’evento è l’Estragon, locale storico che ha ospitato molte volte la band.

Il pubblico che affolla il locale può essere diviso facilmente in due categorie ben distinte: i veterani, quelli che hanno visto già i MV dal vivo e i novellini, come me del resto, che non hanno mai potuto vederli. Tutti hanno in comune però lo stesso sguardo, la stessa emozione di vedere un gruppo che dopo sei lunghi anni torna a calcare il palco e non un palco qualsiasi, ma il palco della città che li ha accolti e “adottati”, quella Bologna che insomma è stata l’inizio di tutto e sei anni fa anche la fine di questa avventura chiamata Massimo Volume.

Il locale si riempie abbastanza velocemente, un pubblico ordinato e attento, un religioso silenzi regna nel locale quasi come ci si stesse preparando per un rito, con Emidio Clementi e i MV a fare da cerimonieri.

blake_e_e_004b.jpgL’apertura della serata è affidata ai Blake /e/e/e, band nata dalle ceneri dei “Franklin Delano” che tra le fila annovera, oltre l’inossidabile Egle Sommacal, un altra vecchia conoscenza dei MV: Marcella Riccardi, presente nel tour di “Club Privè”.

La band formata dai già citati Egle Sommacal e Marcella Riccardi è composta anche dal veterano di mille battaglie dei Franklin Delano Paolo Iocca alla chitarra e dal giovanissimo batterista Mattia Boscolo.

blake_e_e_027b.jpgIl loro set è veramente interessante: qua e la si sentono richiami della più ispirata P.J Harvey, dei Velvet Underground e naturalmente dei Franklin Delano, di cui sicuramente hanno preso tutte le cose migliori, ma la nota positivissima è che il suono è molto Blake/e/e/e, ovvero non hanno fatto tabula rasa delle esperienze passate ma hanno saputo rimescolarle con maestria, tracciando allo stesso tempo una netta divisione con il passato.

Consigliatissimi (blakeeee.com).

 

Dopo un cambio palco velocissimo i Massimo Volume salgono sul palco e da qui in poi la serata si riempie di magia.

Vedere sul palco questo fantastico gruppo con un energia che farebbe impallidire qualsiasi band di giovincelli, fa venire la pelle d’oca.

Il contributo del nuovo chitarrista Stefano Pilia, si fa sentire eccome.

massimo_volume_044.jpgIl concerto parte con “Atto definitivo” e non poteva partire meglio, tutti attenti tutti in religioso silenzio… bellissimo, intravedo tra il pubblico anche qualcuno che quasi zittisce il vicino proprio per non perdersi nulla di quest’evento, nemmeno la più sussurrata delle parole… “Primo Dio“, “Sul Viking Express“, “Ronald Thomas e io“, “Manhattan di notte“… la folla balla si muove all’unisono, un mare dolcemente accarezzato dal un alito di maestrale e viene scossa dalle bordate post-hardcore in un attimo.

massimo_volume_031.jpgI Massimo Volume, sono una di quelle band, una delle poche, che riesce veramente a tenere un pubblico in pugno, senza bisogno di lanciare slogan dal palco, senza sbrufonaggini, loro la conquistano con le parole, con le note, quelle note che tante volte hanno toccato quei fili invisibili dell’anima e che hanno descritto così bene emozioni e storie che sembrava quasi fossero state scritte per noi… e noi ricopiavamo quelle parole senza fermarci, su quaderni, agendine, banchi per paura che quel vento ce le scagliasse veramente nell’assordante vuoto della notte.

I Massimo Volume sono questo e altro ancora, sono le cose dette e quelle che ti vorrò dire, sono insomma tutto quello che la musica italiana non è stata prima di loro, un gruppo fondamentale, un gruppo con ancora tanto da dire e da raccontare.

Anche se il concerto è finito sembra quasi che la magia che ha aleggiato per tutta la durata del concerto non si voglia dissipare, quasi in segno di rispetto per questo gruppo che tanto è mancato alla nostra musica, e che è mancato tanto a me.

 

 

 

 

Andrea Murgia (novembre 2008)

 

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