MARTHA & THE MUFFINS “This is the ice age” (1981)

MARTHA___THE_MUFFINS_This_is_the_ice_age__1981_.jpgTra le sensazioni avvertibili dopo innumerevoli, appassionati e ponderati ascolti di “This is the ice age” di Martha & the Muffins, alla fine la più coinvolgente è assimilabile a quella di aver scoperto un piccolo tesoro da custodire gelosamente ma, al contempo, da dividere pienamente con chi ha l’ animo e la voglia di accostarvisi con l’ intenzione di lasciarsi trasportare dalla fugacia e dal respiro nordico di queste note.

I due dischi precedenti della band di Toronto, entrambi del 1980, erano pregevoli (meglio però il primo del secondo) ma si trattava comunque di Pop stilizzato in salsa Wave, ottimo e meglio di certe cose più sponsorizzate (e talvolta pretenziose) ma sempre di lettura ordinaria se così si può dire.

Questo disco invece è un superbo naif nordico che con la complicità dell’attenuazione dei ritmi, l’ abolizione a tratti dei canoni Pop ed una narrazione e prospettiva complessivamente più aperti rimette in gioco i canadesi qui impegnati nel tentativo di esplorare territori nuovi grazie anche alla produzione di Daniel Lanois e all’utilizzo di treatments che il cervellone Mark Gane inserisce alla stregua di un Brian Eno classe 78/79.

Non c’è più Martha Ladly ma è difficile accorgersene; la creatività ed il concetto, l’idea stessa di questa musica sono favolosi e scendendo lungo il terreno sempre un po’ scivoloso delle playlist non oso immaginare cosa sarebbe potuto accadere se anche il secondo lato fosse stato all’altezza del livello superlativo del primo, probabilmente avremmo in mano il miglior disco del 1981.

Swimming squarcia con un fugace accordo di piano il fragore di un incrocio sconvolto dal traffico suggerendo la calma di uno spettatore che si chiama fuori da quella nevrosi grazie al crooning caldo di Mark Gane in grado di suonare alla Fripp i calibrati inserti di chitarra. Women around the world at work è rock spedito ma elegante, con una Martha Johnson meravigliosa nel cantare con autentica convinzione i suoi versi. Il primo break con gli accordi sospesi della chitarra ed il languido sax alto di Andy Haas che preparano il solo di Gane alla chitarra, è fantastico e dopo il solo non potrete far altro che uscire sul balcone a gridare la vostra gioia. Con Casualties of glass ci si comincia ad addentrare nel Villaggio di Martha: articolata su due parti, vede nella prima una strofa cantata su un delicato arpeggio suonato sulle note basse della chitarra e risolta da un meraviglioso passaggio sublimato da synth e cori (non sto esagerando ragazzi, è favoloso!!); la seconda, più brillante ma sensibilmente meno ispirata si fa apprezzare di più per il suo mood. Boy without filters è il manifesto del disco. Lentissima, si sviluppa su pochi accordi sui quali le linee di basso e di cantato si intersecano alterandosi ai momenti di quiete dettati dal piano ed ai glaciali treatments, fatti di rumori e vento, qui al massimo. Jets seems slower in London skies è un bellissimo frammento per piano ed effetti ed a poco servono le parole quando Gane trova la risoluzione giusta. Una prima facciata incredibile dunque e la seconda parte, pur sempre ottima perché Martha & The Muffins qui sono al loro Zenith, sorprende gioco forza di meno (voglio però ancora segnalare la dolcissima ninna nanna di One day in Paris, alcuni inserti della title track e l’ introduzione grandiosa di 300 years/Chemistry).

This is the ice age” di Martha & the Muffins è solo stupendo ed imperdibile, buon ascolto.

 

 

Anto (1981)

 

 

 

Tracks: (versione CD del 2005)

  1. “Swimming” – 3:54

  2. “Women Around the World at Work” – 3:59

  3. “Casualties of Glass” – 5:17

  4. “Boys Without Filters” – 4:58

  5. “Jets Seem Slower in London Skies” – 2:36

  6. “This is the Ice Age” – 7:34

  7. “One Day in Paris” – 4:20

  8. “You Sold the Cottage” – 4:01

  9. “Three Hundred Years/Chemistry” – 7:09

  10. “I’m No Good At Conversation” – 3:43 [bonus track]

  11. “Twenty-two in Cincinnati” – 4:16 [bonus track]

 

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