BRUCE COCKBURN “Further adventures of…” (1978)

Bruce_Cockburn___Further_Adventures_of_1978.jpgSolo molto tempo dopo sono riuscito a seguire il consiglio che Max Stefani diede su un vecchio numero del Mucchio a proposito di Bruce Cockburn: “Se un giorno deciderete di comprarvi tutti i suoi dischi in blocco, non ve ne pentirete”.

Ora, proprio in blocco non l’ho fatto, ma nell’arco di un annetto, disco dopo disco, sono riuscito ad entrare in possesso di cotanta meraviglia (perché di questo si tratta), seguendo il classico filo cronologico e privilegiando le originali edizioni in vinile della True North Records (altro spettacolo che meriterebbe un commento più appropriato).

In tempi non sospetti avevo assaggiato il suo disco più celebrato (“In the falling dark”) ma non sapevo che tutta la produzione dei seventies fosse di ottimo livello e per quanto è possibile scegliere dal mazzo i due o tre titoli più rappresentativi, facendolo si finisce per perdere, giocoforza, le varie altre pagliuzze d’oro disseminate qua e là.

Anche il sottoscritto dunque vi suggerisce di dar retta al cronista del Mucchio, perciò prendete carta e penna e segnatevi questi titoli:“Bruce Cockburn” (1969), “High winds white sky” (1971), “Sunwheel dance” (1972), “Night vision” (1973), “Salt, sun and time” (1974), “Joy will find a way” (1975), “In the falling dark” (1976) con l’ aggiunta, non necessaria, del live che chiude idealmente il cerchio“Circles in the stream” (1977).

Una produzione notevole dunque, e anche se il confronto può apparire ardito (ma non più di tanto), è da apprezzare al pari di quella degli altri due canadesi illustri della musica Pop, Joni Mitchell e Neil Young.

Anche il disco del 1978 “Further adventures of..” si colloca su buoni livelli e seppur altalenante contiene i soliti motivi di interesse (magari non proprio “Nanzen J” o “Feast of fools”) come “Rainfall” che ha strofa azzeccata e risoluzione intrigante e “Montreal song” blues di pregevole fattura. Anche quando il mestiere si prende qualche metro di vantaggio (“Prenons la mer”, “Laughter” e “Can I go with you”), il risultato non scade mai eccessivamente, a conferma della grande onestà intellettuale del loner canadese.

Buon disco anche questo ma se non avete nulla di Cockburn forse è meglio iniziare se non da tutti i dischi sopra menzionati, almeno da “Sunwheel dance” (per gli altri titoli più rappresentativi fatemici pensare un attimo, i figli sono tutti belli non lo sapevate?)

Anto (1990)

 

 

 

Tracks:

 

1. Rainfall
2. A Montreal Song
3. Outside A Broken Phone Booth With Money In My Hand
4. Prenons La Mer
5. Red Ship Take Off In The Distance
6. Laughter
7. Bright Sky
8. Feast Of Fools
9. Can I Go With You
10. Nanzen Ji

 

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