Motorpsycho – Child Of the future (2009) – Heavy Metal Fruit (2010)

Motorpsycho___Heavymetalfruit.jpg 

 

Per festeggiare il loro ventennale di attività, i Motorpsycho ritornano con due dischi di inediti: “Child of the future” e “Heavy metal fruit“.

Parlare della prolificità del trio di Trondheim è totalmente superfluo, però non ci si può non soffermare a pensare per un attimo alla qualità della loro discografia e alla facilità con cui si sono destreggiati tra i generi lungo tutta la loro carriera, riuscendo a non cadere mai nella banalità e continuando a sfornare prodotti di altissima levatura.

Child of the future e Heavy metal fruit, non fanno eccezione.

Il primo è un ritorno alle origini, all’essenzialità e alla rozzezza che ha caratterizzato i loro esordio, quel Lobotomizer che esplose nel pieno del grunge, facendo spostare l’attenzione della stampa del settore dall’Ovest americano verso questa sconosciuta città della Norvegia, famosa prima di allora per il suo antico e carinissimo nome di “Foce delle maledizioni”, il secondo è un omaggio allo space rock di chiara scuola Hawkwind, con suite lunghissime e articolate .

Motorpsycho___Child_of_the_Future.jpgNumerosi gli spunti interessanti di questo “C.O.F.” che era nato come un’estemporanea collaborazione con Steve Albini (storico membro di Shellac, Rapeman e Big Black nonché fonico di gruppi come Nirvana e Jesus Lizard) che invece si è trasformata in un disco vero e proprio, come “Whola lotta Diana“, chiaro riferimento nel titolo e nelle sonorità agli Zeppelin, “The Waiting Game” ballata di, scusatemi il neologismo, Timothy’s Monsteriana memoria e “The Ozzylot“, brano poppeggiante ed incalzante in salsa tipicamente Motorpsycho.

Per Heavy Metal Fruit, invece, bisogna spostarsi sia geograficamente che musicalmente in ambiti diametralmente opposti da quelli toccati da Child of the future: produzione e registrazione questa volta in Norvegia e lo Space Rock come genere in cui cimentarsi.

Suite lunghe e articolate caratterizzano tutto il disco facendo intuire che la band si sia divertita parecchio in sala di registrazione e dimostra che l’integrazione del nuovo batterista, Kenneth Kapstad, si sia completata con risultati eccellenti.

H.M.F. riprende quel filo narrativo che era stato già iniziato con “Little Lucid Moments“, ma a differenza del suo predecessore riesce a dare un impressione di completezza che L.L.M. non trasmetteva, risultando in conclusione più “disco” del precedente album.

Condividibilissima la scelta della band norvegese di non appoggiare la “Guerra del volume”, la cosiddetta Loudness war*, che da qualche anno a questa parte sta impazzando tra le case discografiche e mi sento in dovere di aggiungere con risultati pessimi.

Concludendo, “Child of te future” e “Heavy Metal Fruit” sono due dischi che i fan della prima ora non si devono far sfuggire per nessun motivo, per i nuovi adepti del culto motorpsicotico il consiglio è di andare a ritroso nella loro discografia e procurarsi dischi come “Trust Us“, “Angel and daemons at play“, “Timothy’s moster” e”Phanerothyme” per conoscerli e per cercare di capire l’evoluzione di una band che, nonostante siano passati vent’anni dal loro esordio, non smette mai di stupire.

 

 

 

 

Andrea Murgia (febbraio 2010)

 

 

 

*: L’espressione loudness war (o loudness race), in italiano traducibile in guerra del volume, si riferisce alla tendenza dell’industria musicale a registrare, produrre e diffondere musica, anno dopo anno, con livelli di volume progressivamente più alti, per creare un suono che superi in volume i concorrenti e le registrazioni dell’anno precedente. Questo fenomeno può essere osservato in varie aree dell’industria musicale, in particolare nella diffusione e nella pubblicazione di album su CD e DVD. Nel caso dei compact disc, la guerra deriva dal desiderio di artisti e produttori di creare dischi che suonino ad un volume sempre più alto o perlomeno maggiore di quello degli artisti e delle etichette discografiche concorrenti.
Tuttavia, dato che l’ampiezza massima del livello sonoro di un cd non può superare un certo limite, il volume complessivo può essere aumentato soltanto riducendo il range dinamico. Tutto ciò è fatto spingendo il materiale sonoro con un volume più basso ad un livello più alto, mentre i picchi di volume più alti vengono o distrutti o notevolmente compromessi. L’uso estremo di questa compressione può introdurre distorsioni e clipping nella forma d’onda della registrazione. Fonte: Wikipedia

 

 

 

 

 

Tracklist:

Child Of the future (l’album è stato pubblicato solo su vinile bianco di alta qualità 180gr)

Side A

1. The Ozzylot (Hidden In A Girl)

2. Riding The Tiger

3. Whole Lotta Diana

Side B

1. Cornucopia (…Or Satan, Uh… Something)

2. Mr. Victim

3. The Waiting Game

4. Child Of The Future

 

 

Heavy Metal Fruit (l’album è uscito sia su vinile che su cd)

  1. Starhammer (feat. The Electric Psalmon)

  2. X-3 (Knuckleheads In Space) / The Getaway Special

  3. The Bomb-Proof Roll and Beyond (for Arnie Hassle)

  4. Close Your Eyes

  5. W.B.A.T.

  6. Gullible’s Travails (pt. I – IV)

I. Eye All-Seeing

II. The Elementhaler

III. Circle

IV. Phoot’s Flower (a Burly Return)

 

 

1 Comments

Lascia un commento