Voivod – Nothingface (1989)

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Lo dico subito, questo album dei canadesi Voivod è sicuramente il mio preferito della loro interessante produzione.

A primo ascolto sembrerebbe un semplice disco metal, ma non è solo questo, i Voivod qui su Nothingface vanno ben oltre; nel mezzo del marasma metal “spaziale” (non per niente si definiscono cyberpunk, anche per i temi trattati nei testi) e dei frequenti cambi all’interno dei pezzi, si sente l’influenza delle band post-punk dei primi anni 80, Wire (in primis), ma anche Wall of Voodoo, e se aguzzate l’orecchie potrete cogliere molti accenni di altre band (soprattutto quelle con gli aspetti più psichedelici) però sempre all’interno di pezzi squisitamente metal (in questo album decisamente più progressive rispetto ai precedenti, che sono veri esempi di furia sonora trash metal). Tornando all’aspetto psichedelico, molto presente in questo disco, è memorabile la cover di “Astronomy Domine” dei Pink Floyd che da sola vale l’ascolto del disco.

Ciò che apprezzo in questo disco è senza dubbio la compattezza della band, inoltre la voce del cantante Denis Snake Belanger che esula da quelli che erano gli stilemi metal del periodo (che oltretutto han contribuito a codificare insieme a band come Metallica, Anthrax e in primis Motörhead).

Credo sia anche grazie a band come i Voivod, con la loro voglia di sperimentare e di osare, che la scena metal sia evoluta, e a chi metal non era ha permesso di inserire sonorità metalliche nel proprio sound e viceversa.

Imperdibile.

 

 

Mario (Dicembre 2006)

 

 

 

Tracks:

  1. “Intro”

  2. “The Unknown Knows”

  3. “Nothingface”

  4. “Astronomy Domine”

  5. “Missing Sequences”

  6. “X-Ray Mirror”

  7. “Inner Combustion”

  8. “Pre-Ignition”

  9. “Into My Hypercube”

  10. “Sub-Effect”

 

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