TUXEDOMOON “Half mute” (1980)

 

halfmute.jpgNel 1980 quando i Tuxedomoon [1] esordirono con “Half mute” dando seguito alla loro apparizione sulla raccolta della Ralph Records, “Subterranean modern” ed alle uscite sulla breve distanza di “Electronic ghost/Pineheads on the move” (45 giri) e di “Scream with a view” (EP), fu percepibile, da subito, la sensazione che ci si trovasse di fronte a qualcosa di particolarmente originale.

La didascalia che riportava, nella copertina interna del disco (dedicata ai principali gruppi della scuderia Ralph del periodo, fra gli altri, Residents, MX 80 Sound, Yello e Snakefinger) un estratto della recensione pubblicata sul “Damage Magazine” parlava di “musica tra le migliori mai prodotte a San Francisco, negli Stati Uniti o in qualsiasi altro luogo”.

Gli eccessi promozionali tipici della bizzarra strategia comunicativa della Ralph Records (“Buy or Die” era il loro motto) non ingannavano: la musica di “Half mute” era ed è ancora oggi una musica del tutto particolare, un connubio di atmosfere anche classicheggianti (lo svolazzare del violino sulla tristissima e stupenda “Volo Vivace”) con l’underground e l’avant gard (il free-wave in odore di “No New York[2] attribuibile a “59 to 1”) filtrato dall’elettronica (le sollecitazioni nuclearizzate della maestosa “What use?”) e alla quale solo qualche dispersione sul terreno dell’eccessiva concettualità ne smorza lievemente il livello dal punto di vista qualitativo.

Dunque che aspettate? Sapete cosa succede a chi non compra?

Anto (1990)

[1] Formazione nata a San Francisco nella seconda metà degli anni ‘ 70 e composta da Steven Brown (sax, voce, synth e percussioni elettroniche), Blaine Reininger (violino, voce, synth e chitarra) e Peter Principle (basso, chitarra, percussioni elettroniche e synth).

[2]No New York” è una compilation prodotta e supervisionata da Brian Eno nel 1978. Contiene alcune delle band più rappresentative della scena c.d. “No Wave”. Alcuni nomi: James Chance, Lydia Lunch e Arto Lindsay. Sono consigliabili pinze di grosso calibro.

Tracks:

  1. “Nazca”

  2. “59 to 1”

  3. “Fifth Column”

  4. “Tritone (Music Diablo)”

  5. “Loneliness”

  6. “James Whale”

  7. “What Use?”

  8. “Volo Vivace”

  9. “7 Years”

  10. “KM / Seeding the Clouds”

 

1 Comments

  1. M

    Effettivamente i Tuxedomoon all’epoca avevano qualcosa di diverso dagli altri, la loro musica era decisamente originale. Però al contrario di altri dischi del periodo il peso del tempo in questo album un po’ si sente. Solo alcuni episodi sono godibili oggi come ieri. Rimane comunque il fatto che la strada indicata dai TuxedoMoon pochi hanno avuto il coraggio di percorrere. Mi sento di citare i nostri (in quanto italiani) QuintoRigo come loro eredi migliori.

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