Pink Floyd – Monografia

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Nel 1965, a Cambridge, dall’incontro tra Roger (“Syd“) Barrett studente del liceo artistico, con Roger Waters studente di architettura e bassista nello stesso gruppo in cui suonano altri due colleghi di studi universitari Nick Mason e Rick Wright, nasce quello che per molti è uno dei gruppi più importanti nella storia della musica. I Pink Floyd.

 

Alla band inglese si fa risalire la nascita di almeno due stili musicali: il rock psichedelico (insieme ai 13th Floor Elevators) e il rock progressive (in coabitazione con molti altri tra cui Frank Zappa e i Beatles) che ne è la naturale mutazione/evoluzione.

 

Pink_Floyd_2.jpgDopo aver cambiato diversi nomi alla band, gli attuali componenti, Waters (basso), Barrett (chitarra), Wright (tastiere) e Mason (batteria), decidono di puntare su “The Pink Floyd Sound“, in seguito solo “Pink Floyd“: si dice che sia stato Barrett a coniare la denominazione, unendo i nomi di due bluesmen americani, Pink Anderson e Floyd Council dato che degli stessi era un grande estimatore.

 

Pink_Floyd_live_4.jpgNel 1966 arrivano le prime esibizioni ed è proprio grazie ad una serie di concerti tenuti all’UFO Club, tempio della musica underground londinese che i Pink Floyd diventano una band di culto, che fa parlar di sé anche per l’uso si dice massiccio dell’acido lisergico durante la composizione dei brani e prima dei concerti.

 

Pink_Floyd_live_5.jpgLa loro notorietà in questo senso è per qualcuno dimostrata anche dai testi surreali di Syd Barrett ispirati dalla lettura – fra i tanti – di Tolkien, Edward Lear e Kenneth Grahame (ne sono un esempio brani come Arnold Layne, Bike, See Emily Play, The Gnome, Scarecrow) e da pezzi come Interstellar Overdrive e Astronomy Domine, i primi nella storia del rock a utilizzare tematiche di stampo fantascientifico e a costruire su questo un sound adatto. La band sperimenta, sempre in questo periodo, i primi light-show, nei quali coinvolge il pubblico non solo con la musica ma anche con proiezione di immagini, diapositive e l’impiego massiccio di un efficace impianto luci. E’ in questo periodo rivoluzionario (sia per la musica che per la società) che i Pink Floyd conoscono quelli che diventeranno i loro manager: Andrew King e Peter Jenner.

Pink_Floyd_piper_gate.jpgNel 1966 il gruppo viene messo sotto contratto dalla EMI, e all’inizio del 1967 viene pubblicato il primo singolo, “Arnold Layne“, che ha subito un notevole successo nonostante venga censurato dalle radio (parla di un uomo perverso che ruba indumenti intimi femminili, e qui viene un dubbio: che i Pink Floyd abbiano influenzato anche i manga giapponesi?); dopo un altro singolo, “See Emily Play“, viene infine pubblicato il primo “storico” album, “The Piper At The Gates Of Dawn“.

All’inizio della loro carriera i Pink Floyd sono guidati da Syd Barrett, autore di quasi tutti i brani e presenza assolutamente magnetica durante i concerti, purtroppo l’irregolarità della musica di Barrett è il riflesso di una mente altrettanto irregolare: subito dopo la pubblicazione del primo album, Barrett comincia a non presentarsi ai concerti e quando partecipa suona sempre lo stesso accordo senza seguire gli altri; indubbia manifestazione di squilibrio dovuta al consumo di droghe.

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Nei primi mesi del 1968, la band decide di integrare nel gruppo un nuovo chitarrista: David Jon Gilmour, già amico e compagno di scuola di Syd, i Pink decidono che suonerà con il gruppo negli impegni dal vivo, mentre ci si aspetta che Syd continui a comporre brani.

Purtroppo però Barrett, nello stesso anno, non sarà più in grado di dare alcun apporto alla band, e uscirà dal gruppo.

In seguito pubblicherà due album, “The Madcap Laughs” (1969) e “Barrett” (1970), prima di scomparire del tutto dalle scene lasciando comunque un impronta imperitura nella musica moderna. (Cambridge, 6 gennaio 1946 – Cambridge, 7 luglio 2006).

Grazie Syd.

Pink_Floyd_A_Saucerful_Of_Secret_f.jpgIl secondo album dei Pink Floyd, “A Saucerful Of Secrets” pubblicato nel 1968 e con un solo brano a firma di Syd Barrett, vede emergere le doti compositive di Roger Waters, il talento musicale di Dave Gilmour e l’attitudine del gruppo verso lunghi brani strumentali costellati di sperimentazioni sonore e tecnologiche.

 

L’esempio più concreto di tale tendenza è il doppio album Pink_Floyd_UmmaGumma.jpgUmmagumma” (1969). La struttura dell’album è molto particolare. Si tratta appunto di un doppio album di cui un disco venne registrato dal vivo prima al Mothers Club di Birmingham il 27 aprile 1969 e poi, al Manchester College of Commerce, il 2 maggio; alcune parti vocali sono state aggiunte in studio.

L’altro disco contiene cinque tracce composte ognuna da un singolo componente del gruppo. Di fatto, il componimento unico di Richard Wright è in realtà diviso in quattro tracce distinte, che altro non sono che le rispettive parti in cui esso è stato scisso; allo stesso modo il componimento di David Gilmour e quello di Nick Mason sono stati divisi entrambi in tre parti (e le rispettive tracce) distinte. Le due tracce di Waters, invece, non sono divise in parti, ma sono due tracce singole e dunque distinte, intitolate rispettivamente Grantchester Meadows e Several Species of Small Furry Animals Gathered Together in a Cave and Grooving with a Pict.

 

Pink_Floyd_atom.jpgNel frattempo i Pink Floyd hanno trovato anche il tempo per scrivere la colonna sonora del film “More” (1969). Gli anni ’70 si aprono con due album: “Atom Heart Mother” (1970) e “Meddle” (1971) sono costituiti quasi interamente da lunghe suite in buona parte strumentali, e da alcune canzoni “tradizionali”. Nel frattempo il gruppo continua anche a lavorare alle colonne sonore (“Zabriskie Point“, “The Valley“) e filma per la televisione francese uno speciale concerto nei luoghi archeologici di Pompei, vicino Napoli, che diventerà il film “Live At Pompeii“.

Pink_Floyd_dark_side.jpgNel 1972 il gruppo mette in cantiere un concept-album sulla follia umana, fatto di canzoni e non di suite strumentali: “The Dark Side Of The Moon” esce all’inizio dell’anno dopo, anticipato da una serie di concerti, e diviene uno dei più grandi successi commerciali di tutti i tempi, nonché una riconosciuta pietra miliare del rock.

 

La band viene presa in contropiede dall’enorme successo: continua a Pink_Floyd_Wish_u.jpgesibirsi dal vivo fino a tutto il 1974, portando in giro un apparato scenico fantascientifico, con spettacolari giochi di luce, fuochi d’artificio e modellini d’aereo che esplodono sulle teste degli spettatori, mentre il lavoro per il nuovo album procede a rilento: “Wish You Were Here” esce nel 1975, ed è una malinconica elegia dell’amico perduto Syd Barrett e della sua follia, immortalata nella lunghissima, struggente suite/canzone “Shine On You Crazy Diamond“.

 

Pink_Floyd_live.jpgCon “Animals” (1977) la leadership di Waters sul gruppo comincia a trasformarsi in egemonia: Roger usa i testi dei Pink Floyd per esprimere una visione profondamente pessimistica degli uomini, prende di mira con feroce sarcasmo i capisaldi del mondo occidentale, come il potere politico e il capitalismo.

 

pink_floyd_monografia.jpgDiviene scostante persino nei confronti dei propri fans, tanto da farsi coinvolgere in diverbi col pubblico durante i concerti. E’ in un simile stato d’animo che Waters scrive “The Wall” (1979): una (quasi) opera rock in cui “il muro” è metafora dell’incomunicabilità e dell’alienazione, che i Pink Floyd mettono in scena in un concerto dal grande impatto scenico.

 

Pink_Floyd_live_2.jpgE’ durante questo tour che Waters allontana dal gruppo il tastierista Richard Wright, per scarso rendimento o, secondo la rivista americana “Rolling Stone”, per problemi con la cocaina. Nel 1982 Alan Parker trae un film da “The Wall“, con protagonista Bob Geldof, mentre nel 1983 esce “The Final Cut“: pubblicato a nome Pink Floyd, è effettivamente un album solista di Waters, che riprende le tematiche di “The Wall” e attacca violentemente il governo inglese di Margaret Thatcher.

 

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Per Waters, proiettato verso la carriera solista, l’avventura dei Floyd è ormai conclusa, mentre Dave Gilmour e Nick Mason hanno intenzione di mandare avanti la ditta: nel 1985 iniziano dispute legali fra le due parti, che verranno risolte in base ad accordi economici gestiti dagli avvocati. “A Momentary Lapse Of Reason” esce nel 1987, vede i nuovi Pink Floyd senza Waters con Gilmour in veste di leader, Wright reintegrato e una serie di ospiti eccellenti: il tour seguente miete grande successo e genera un album dal vivo, “Delicate Sound Of Thunder” (1988). Nel 1989 i Floyd si esibiscono in un contestato concerto nella laguna di Venezia, a bordo di un palco galleggiante.

Nel 1994 esce “The Division Bell“, l’ultimo lavoro in studio, il disco è seguito dal Division Bell Tour, che tocca anche l’Italia nel 1994 con 6 date:

Torino; Udine; Festa de L’Unità di Modena; Roma (3 date).

L’anno successivo è pubblicato PULSE, tratto dai concerti tenuti in diverse località europee, fra cui Roma, per tre serate consecutive (19-20-21 settembre 1994). L’album contiene la prima versione integrale dal vivo di Dark Side of The Moon. Tra il 2000 e il 2001 il gruppo pubblica una riedizione live di The Wall e un greatest hits (Echoes).

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Sabato 2 luglio 2005, in occasione del Live 8, la grande manifestazione musicale organizzata dall’amico Bob Geldof per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla povertà e sui problemi dell’Africa, i Pink Floyd sono tornati eccezionalmente ad esibirsi nella loro formazione storica (con Roger Waters) eseguendo cinque brani rappresentativi della loro straordinaria avventura musicale: Speak to Me, Breathe, Money, Wish You Were Here e Comfortably Numb.

Lo stesso Waters ha voluto ricordare durante l’esecuzione della celeberrima Wish You Were Here l’amico e primo leader della band Syd Barrett:

« Effettivamente è emozionante, stare qui con questi tre ragazzi dopo tutti questi anni. Comunque, lo stiamo facendo per tutti quelli che non sono qui, in particolare, certo, per Syd. »Pink_Floyd_Pompei.jpg

E’ indubbia l’influenza che i Pink Floyd, in particolare quelli dei periodi dell’indiscusso genio di Syd Barrett e della profondità di Roger Waters, hanno esercitato nella musica rock e non solo rock (downtempo e trip-hop ad esempio), innumerevoli sono le band e gli artisti che gli debbono qualcosa, ci sentiamo di citare tra i tanti che han fatto proprio l’insegnamento di questi giganti della musica e come loro migliori eredi gli Wire, i Sonic Youth, i Voivod e i Motorpsycho.

Lello (2008)

 

 

Discografia:

 

Echoes   (2CD, EMI, 2001)

Is There Anybody Out There? The Wall Live [live]   (2CD, EMI, 1999)

Pulse [live]   (2CD, EMI, 1995)

The Division Bell  (EMI, 1994)

Shine On [ant. in cofanetto]  (9CD, EMI, 1992)

Delicate Sound Of Thunder [live]   (2CD, EMI, 1988)

A Momentary Lapse Of Reason   (EMI, 1987)

The Final Cut   (EMI, 1983)

A Collection Of Great Dance Songs [ant.]   (EMI, 1981)

The Wall    (2LP, EMI, 1979)

Animals   (EMI, 1977)

Wish You Were Here   (EMI, 1975)

Masters Of Rock   (EMI, 1974)

A Nice Pair [The Piper At The Gates Of Dawn + A Saucerful Of Secrets]  (2LP, EMI 1973)

The Dark Side Of The Moon   (EMI, 1973)

Obscured By Clouds (Music from the film “La Vallèe”) (EMI, 1972)

Meddle   (EMI, 1971)

Relics   (EMI, 1970)

Atom Heart Mother   (EMI, 1970)

Ummagumma      (2LP, EMI, 1969)

Soundtrack From The Film “More”    (EMI, 1969)

A Saucerful Of Secrets    (EMI, 1968)

The Piper At The Gates Of Dawn     (EMI, 1967)

 

 

Qualche link…

 

Sito Ufficiale

 

www.pinkfloydsound.it

 

Pianeta Rosa

 

The Pink Floyd Fandom

 

The Most Complete Pink Floyd Page

 

 

 

11 Comments

  1. Bello!
    Diciamo che mi sento di poter dare un giudizio “dall’interno”.
    I Floyd sono stati il “mio” gruppo per anni.
    Ne conosco molto bene le vicissitudini; ogni album ha una storia che, ormai, mi appartiene.
    Ottima monografia.
    Ora, è impellente, una monografia su Roger (Syd) Barrett.
    Non era solo un pazzo drogato…
    Mario, avrai materiale (dammi tempo).
    Ciao.

    STAKANOV

  2. enrico "chicco" compare

    ottima recensione fatta da persona “capace”! riuscire a descrivere con l’occhio dell’osservatore “distaccato” la storia del gruppo che più di altri ha cresciuto e segnato la storia della musica moderna, creando un genere che andava ad affiancare il rock, senza cadere nel cesto del fanatismo..non è cosa semplice!
    pare quasi che a te, Lello, piacia davvero molto questo gruppetto di nonnini musicanti! enrico

  3. Ciao Enrico,
    mi sembra di cogliere una leggera sensazione di ironia nel tuo commento, ma sono disposto a lasciar correre se tu prendi atto che stai …invecchiando e ahimè io con te!!!

    Un abbraccio

    P.s. sono passati solo 14 anni dal CONCERTO e non smetterò mai di ringraziarti per avermici portato…

  4. Stefano Tagliabue

    Grande Anto. Ottima monografia, sicuramente migliore di quella che dovevo scrivere io. Oggi però dobbiamo tutti salutare un altro grande floydiano, Richard Wright, e ringraziarlo dal profondo del nostro cuore per tutto quello che ci ha dato.

    Thank you Richard. We will miss you!

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