PETER GABRIEL “III” (1980)

  Fa davvero impressione scorrere la guest list dei musicisti che hanno partecipato alle registrazioni del terzo album, dal titolo omonimo, di Peter Gabriel, ex guru visionario dei Genesis alle prese con il tentativo di aggiornare la propria poetica agli stilemi di quanto accade nel 1980. Se “Games without frontiers”, preziosissima gemma della nuova collezione,

JAPAN “Quiet life” (1979)

Considerati da più parti “Adolescent sex” come uno degli esordi più scialbi mai registrati ed il successivo “Obscure alternatives” quale sterile tentativo di recupero, i Japan tentano la carta del terzo fatidico album confortati dalla recente produzione Moroder-iana di “Life in Tokyo”, singolo dai confortanti risultati commerciali (in Giappone soprattutto ma anche nel Vecchio Continente),

THE PASSIONS “Michael & Miranda” (1980)

Nuovi cavalli in partenza dalla scuderia Fiction di Chris Parry e Mike Hedges già supervisori degli affascinanti quadretti metropolitani dipinti da tre ragazzi immaginari nel 79. Si tratta dei Passions, quartetto Londinese formato da Claire Bidwell (voce e basso), Barbara Gogan (chitarra, voce e piano), Clive Timperley (chita

UNITED KINGDOM “United Kingdom” (1978)

  Curioso che il mio personale battesimo con la musica fu, nell’Aprile del 1978, non con un disco new wave (genere che di lì a poco mi avrebbe frastornato), ma con un 33 giri di un supergruppo formato per 2/4 da ex King Crimson (John Wetton e Bill Bruford), per ¼ da un ex Soft

LIVE WIRE “No fright” (1980)

Uno strano equivoco sembra caratterizzare alla base i Live Wire: l’avere due chitarristi innamorati dei Dire Straits ed un bassista funky innamorato di Pastorius. Ora, io non so di che pasta fosse il loro primo disco “Pick it up” né che pesci abbiano preso i vari reporter (magari il disco è buono e, quindi, non

TUXEDOMOON “Half mute” (1980)

  Nel 1980 quando i Tuxedomoon [1] esordirono con “Half mute” dando seguito alla loro apparizione sulla raccolta della Ralph Records, “Subterranean modern” ed alle uscite sulla breve distanza di “Electronic ghost/Pineheads on the move” (45 giri) e di “Scream with a view” (EP), fu percepibile, da subito, la sensazione che ci si trovasse di

PERE UBU “Dub housing” (1978)

“Il sole non tramonta mai su questo mondo che ho trovato” è il verso terribile e bellissimo che apre, squassante nel delirio di Crocus Behemont, “I will wait” 1:47 di immersione pura con la pressione che aumenta secondo dopo secondo sotto il peso implacabile delle atmosfere e del riff basso/chitarra sino al vacillare delle tempie

BRUCE COCKBURN “Further adventures of…” (1978)

Solo molto tempo dopo sono riuscito a seguire il consiglio che Max Stefani diede su un vecchio numero del Mucchio a proposito di Bruce Cockburn: “Se un giorno deciderete di comprarvi tutti i suoi dischi in blocco, non ve ne pentirete”. Ora, proprio in blocco non l’ho fatto, ma nell’arco di un annetto, disco dopo