Anna Calvi – Live & photo report

 

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Una lunga coda che si infrange contro la scritta “Sold out”, ancora una volta, è lo scenario che ci si presenta davanti al Circolo Degli Artisti che ospita, per la seconda volta nel giro di qualche mese, il folletto biondo di Putney.

Graditissimo ritorno dunque per il pubblico romano che, appena si spengono le luci, si ammutolisce e segue, quasi in religioso silenzio, le prime note di Rider To The Sea, seguita da No More Words cantata con un filo di voce ma sufficiente a scaldare il pubblico che le regala un grosso applauso ricambiato dal primo timido sorriso della serata. Il ghiaccio è rotto e parte Black Out, il suo singolo più recente, in cui tutta la grinta cui ci ha abituati viene fuori di colpo. Anche I’ll be Your Man è della stessa intensità e procede con un ritmo incalzante grazie anche a due musicisti di gran livello che meritano di essere citati: Daniel Maiden Wood e Mally Harpaz, batteria per il primo, harmonium, bass pedal e percussioni per quest’ultima.

Il look è leggermente diverso da quello dell’ultima volta, i capelli sono raccolti in un ordinato chignon; camicia di raso rossa e pantaloni neri costituiscono l’abbigliamento della serata che è completato da un paio di scarpe i cui tacchi sono un po’ troppo alti per i nostri gusti e forse anche per i suoi, vista la difficoltà con cui vi si muove sopra. Questo non le fa assolutamente perdere l’eleganza e il fascino che la contraddistinguono mentre suona First we Kiss e Surrender, cover di Elvis, che, insieme a Morning Light, conducono dolcemente a quello che sarà il top della serata che ha il via con Suzanne And I. Il suo disperato amore per Suzanne, a tratti urlato, è il giusto preludio a Desire. Coinvolgente, disarmante, scioccante per chi non la conosce, essere travolti da tanto sentimento, da tanta energia che si fa fatica a credere provenga dalla stessa persona che era montata sul palco in punta di piedi poco più di una mezz’ora prima. Il pubblico apprezza molto e sugella questo momento magico con una vera e propria ovazione. Jezebel , che ci ricorda un’artista molto simile vocalmente quale Edith Piaf, e singolo di punta di un album che si stenta a non definire perfetto, costituisce la classica ciliegina sulla torta dell’ennesimo concerto riuscito da parte della pupilla di Rob Ellis. Ma non è finita qui, prima del congedo definitivo Anna ci regala un pezzo per cui chi scrive ha ancora i brividi sulla pelle. Una preghiera straziante, che strappa via il cuore. Ogni nota è una stilettata in pieno petto, c’è chi applaude, chi rimane a bocca aperta ad attendere che “ The Devil” arrivi veramente. Il volto di Anna si deforma a seguire la bocca aperta al massimo quasi a voler sputar fuori tutto quello che ha dentro. Dà tutto e la gente si prende tutto, gioie, dolori, sofferenze di quest’artista tanto osannata dai grandi della musica come Brian Eno che l’ha definita “the biggest thing since Patti Smith”.

Al di là degli elogi e dei paragoni con PJ Harvey comunque una cosa è certa, non c’è pericolo di rimanere delusi o di veder tradite le aspettative, Anna Calvi non è una semplice artista ma un’esperienza reale, fatta di passione allo stato puro, che va vissuta in pieno, ed una volta che vi ci siete tuffati dentro rimanere indifferenti è impossibile.

 

 

 

 

Alessandro Antonini (ottobre 2011)

 

 

 

 

© Alessandro Antonini in esclusiva per Miusika.net

 

 

Anna Calvi – live @ Circolo degli Artisti (Roma 22/10/2011)

 

 

 

 

© Alessandro Antonini in esclusiva per Miusika.net

 

 

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