Ólafur Arnalds – Live @ La Casa139, Milano, 6 Novembre 2010

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Alla Casa139 solitamente non c’è quasi mai così tanta gente.

Magari può capitare per qualche band italiota che qualcuno ha deciso sia hype. Forse per Brunori SAS (ed è tutto meritato). Solitamente è così asfissiantemente piena quando, col crepuscolo del sabato, i truzzi si riversano in qualsiasi luogo dove la birra sia sufficientemente cara e sono disposti a sudare, agitandosi indifferentemente, su Lady Gaga o i Le Man Avec Les Lunettes.

A vedere Olafur Arnalds c’era un campionario di umanità meraviglioso: giovani ingegneri in camicia azzurrina, attempate sciure con marito cicciotto a seguito, ex-vj sovrappeso cafonazzi, truzzi in anticipo sincronizzati con il vecchio orario.

Tutti in silenzio.

Tutti persi a sentire le melodie perfette del giovane islandese dell’Erased Tape Records.

Tutti trasportarti in un bosco, poi in una distesa nebbiosa e fredda.

L’unico rumore il ghiaccio agitato con le cannucce all’interno dei cocktails.

Olafur stesso se ne stupisce. Non avrebbe mai pensato che gli italiani fossero “..so quite”, poi si corregge, dice che magari è un cliché, come la pizza… ma per carità… a lui piace la pizza… “everybody loves pizza…”. No, Olafur, non è un cliché. È solo che nessuno voleva perdersi un secondo di quella bellezza dolorosa, costruita come in Photoshop su livelli di straordinaria complessità.

Inizi a pensare a cose che non sapevi neanche più di ricordare, mentre tre strane bellissime fate suonano gli archi con una delicatezza incredibile e il ragazzino biondo che fa i tour con i Sigur Ros sfiora appena il piano.

Postrock, la musica classica in vinile, gli Album Leaf, Owen Pallet, il mio adorato e sconosciuto Mind Tree, la sabbia nera d’Islanda, numeri come titoli di canzoni. Sensazioni che durano pochi secondi e poi tutto cambia, come da bambini quando con la maschera ti mettevi sulla battigia e le onde piccolissime agitavano la sabbia.

Ho adorato questo concerto, forse uno dei migliori che abbia visto in Ripamonti.

Sareste dovuti esserci, lo dico davvero.

 

 

 

 

ImBreena (novembre 2010)

 

 

www.olafurarnalds.com

http://foundsongs.erasedtapes.com/

www.myspace.com/olafurarnalds

 

 

 

 

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