JONI MITCHELL “Shadows and lights” (1980)

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E’ noto che tra le ordinarie operazioni di marketing discografico, quella della pubblicazione del disco dal vivo rappresenta una pratica giustificata da motivi squisitamente commerciali che, trovando le sue origini già su finire degli anni 60, ha assunto con sempre maggiore puntualità lo status di prassi consolidata.

Per gli appassionati lontani e vicini il più classico dei dischi Live, e per di più doppio, è ulteriore motivo di interesse che diventa ovviamente meritevole di capitalizzazione (da tempo l’industria ha capito che il fan è né più ne meno un consumatore con tutte le conseguenze che ne derivano).

Volendo difendere questo tipo di operazioni con considerazioni di natura meno mercantilistica, si potrebbe ricorrere alla tesi del danno minore se mettiamo sul piatto della bilancia la produzione non ufficiale dei Bootlegs che soltanto in rarissimi casi possono considerarsi utili a rendere servigio non solo ai fans ma anche alla musica spesso oltraggiata da una qualità del suono che definire pessima è sempre poco (vengono per primo in mente i nomi dei Pink Floyd e di Bruce Springsteen quali oggetto di decine e forse centinaia di registrazioni non ufficiali e per di più costose, ma con la crescita del fenomeno Pop e l’apparizione del Punk e della New Wave i gruppi oggetto di questa pratica sono aumentati).

Se appartenete come il sottoscritto alla categoria degli scettici che hanno in casa pochi esemplari dei famigerati Live spero possiate accogliere con entusiasmo che invece Shadows and lightsdi Joni Mitchell rappresenta piacevolissima eccezione da tenere nella debita considerazione.

Suggello del periodo della maturità della Canadese, questo doppio disco fotografa uno spettacolare show tenutosi al Santa Barbara County Bowl nel settembre del 1979 e che qualitativamente surclassa il precedente Live del 1974 “Miles of Aisles” (piuttosto moscietto a dire il vero).

Basterebbe leggere i nomi dei musicisti che accompagnano la Mitchell per avere idea di cosa vi attende.

E allora citiamoli questi superman che per i più avvezzi al mondo del Jazz e della Fusion non costituiscono di certo una novità: Jaco Pastorius al basso, Don Alias alla batteria e percussioni, Pat Metheny alla chitarra, Lyle Mays alle tastiere e Michael Brecker al sassofono.

C’è qualcuno che voglia aggiungere qualcosa?

Se è il caso di farlo non contate su di me!

Con musicisti di questa pasta e con un repertorio che attinge prevalentemente dal periodo della svolta ‘Heijriana’, chiaramente la musica non è semplicemente e solo Rock e tuttavia lo spirito e l’entusiasmo del Rock traspaiono chiaramente durante la serata.

La scaletta privilegia quindi il periodo che va dal ‘75 al ’79 e vale la pena di citare le esecuzioni di “In France they Kiss…”, “Edith and Kingpin” e “Shadows and lights” (da The hissing of a summer lawns”); “Coyote”, “Amelia” e “Furry sings the blues” (da Heijra”) più altre chicche da Don Juan’s Reckless daughtere da Mingus”.

Ogni regola vuole le sue eccezioni e quella (evidentemente personale) per cui i dischi dal vivo sono poco appetibili e spesso oziosi ha trovato la sua: Joni Mitchell’s Shadows and lights (1980).

 

 

 

 

Anto (1980)

 

 

 

 

JONI_MITCHELL____Shadows_and_lights_____1980__DVD.jpgTracklist: (versione su CD del 1990, esiste anche una versione su DVD del 2003)

 

Disc: 1
1. Introduction
2. In France They Kiss On Main Street
3. Edith And The Kingpin
4. Coyote
5. Goodbye Pork Pie Hat
6. The Dry Cleaner From Des Moines
7. Amelia
8. Pat’s Solo
9. Hejira
Disc: 2
1. Black Crow
2. Don’s Solo
3. Dreamland
4. Free Man In Paris
5. Band Introduction
6. Furry Sings The Blues
7. Why Do Fools Fall In Love
8. Shadows And Light
9. God Must Be A Boogie Man
10. Woodstock

 

 

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