Gods of Metal 09 – Static X – Cynic – Napalm Death – Mastodon – Tarja – Down – Blind Guardian – Carcass – Dream Theater – Slipknot (28/06/09)

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Photo report dedicato alla seconda giornata della ricchissima edizione 2009 del Gods of Metal con foto (in ordine temporale di uscita delle bands) della sempre brava Emanuela Giurano e della brava Laura Penna, unito ad alcune riflessioni di Alessandro, non prive di spunti polemici 😀 , sulla giornata stessa. Dato che le stesse hanno provocato dibattito all’interno della Redazione di Miusika immaginiamo che ne creeranno anche fra Voi lettori. Pertanto vi chiediamo cortesemente di dire la Vostra, anche con forza, ma evitando facili ed inutili attacchi personali nonché insulti che mostrano solo la pochezza di chi li fa e non contribuiscono al dibattito 😉 .

 

[Premessa: questo non è – perché, già in origine, non vuole esserlo – un live-report con tutti i crismi, ma piuttosto un articolo che parli della seconda giornata del Gods of Metal di Monza seguendo il filo di impressioni e riflessioni, oltre che (più che) di considerazioni strettamente critiche.]

 

Wayne_Static_X_Super_Saiyan.JPGPersi senza particolari rimpianti i Black Dahlia Murder, ci accolgono sul palco di destra dello Stadio Brianteo gli Static-X. Ora: se qualcuno all’asciutto di ascolti metallici, dopo aver sentito la band statunitense per farsi un’idea del genere, dicesse a voi metal-fan che certa musica è solo rumore (non nel senso del noise, ma proprio del casino nudo e crudo), beh, avrebbe tutta la ragione dalla sua. In appena mezz’ora di set gli Static-X riescono a dimostrarsi un gruppo penoso, senza la minima capacità compositiva (non parliamo neanche di arrangiamenti, che è meglio), con un riff sempre uguale che si ripete per tutti i 4-5 minuti della canzone, e la voce monocorde di Wayne Static a condire un piatto che potremmo definire come una zuppa avariata di rifiuti marci. Non gli manca l’autoironia, però, visto che nel sito ufficiale definiscono la loro come musica industrial (certo, come no?).

 

Cynic_7461.JPGPer fortuna ci si rifà le orecchie subito dopo sullo stage di sinistra, quello dedicato all’heavy nelle sue varie declinazioni più o meno ortodosse, grazie a una band dalle immense qualità tecniche, dalla scrittura sopraffina, e da un puro spirito progressive che la sorregge e la anima: no, non si tratta dei Dream Theater, di cui avremo modo di (s)parlare più avanti, ma dei grandissimi Cynic. A dir poco strepitosi, riescono a incantare anche se hanno la sfortuna di esibirsi sotto il sole cocente di mezzogiorno, non esattamente il massimo né per loro né per lo spettatore, visto che le loro trame intricate richiedono una certa concentrazione per essere comprese appieno. Com’è, come non è, la loro resta un’esibizione memorabile.

 

Napalm_Death_7630.JPGGiunge l’ora dei Napalm Death, per i quali si potrebbe fare un discorso simile a quello fatto per gli Static-X, non forse che a salvarli e giustificarli, almeno in parte, c’è alle loro spalle un’indiscutibile importanza storica. Oggi come oggi, però, storia o non storia, non si possono proprio sentire: le canzoni sembrano tutte uguali (a parte quelle di due secondi, che però sono uguali tra loro), con un riff entusiasmante in apertura, e poi un concentrato indistinguibile di zzzzzz, frrrrrrrrr e brrrgggnnnncccchhhhh fino alla fine. Boh.

 

Mastodon_6097.JPGÈ poi la volta dei Mastodon, dei tizi che si devono essere dati come scopo nella vita quello di cercare di sintetizzare in qualche modo ‘il metal più metal che c’è’. In effetti nessuno li potrà mai accusare di avere nel loro sound una strisciolina di alternative, una scaglia di punk o un micron di rock: metal sono metal, niente da dire, peccato che si siano dimenticati (o siano magari solo incapaci) di scrivere canzoni come si deve, dato che quelle che propongono sono un’accozzaglia di mattoncini (metal) messi uno dietro l’altro senza il minimo senso. Notevole il telo scenografico alle spalle della band: a conti fatti, quanto di meglio ha offerto al pubblico di Monza.

 

Tarja_7943.JPGDopo una lunga attesa, provocata dall’assenza dei Saxon che sono stati bloccati alla frontiera, sale sul paco Tarja. Immaginate dell’heavy classico di qualità scarsa o nulla, aggiungetegli la sirena di una pattuglia della polizia e/o di un’ambulanza, e vi sarete fatti un’idea fedelissima del sound (si fa per dire) della cantante (?) ex-Nightwish. Le sue urla belluine straziano i nervi, e non solo quelli, e fa davvero male al cuore pensare che il giorno prima una band immensa come i Voivod abbia avuto per la propria esibizione meno tempo a disposizione di questa guitta finlandese. Visto che Tarja ci tiene così tanto a far sapere che è un soprano lirico, se ne andasse pure a cantare l’opera a teatro, e buona notte ai suonatori, come intonava er Piotta qualche tempo fa.

 

Down_8251.JPGDei quattro concerti che i Down hanno suonato in Italia negli ultimi 15 mesi, questo di Monza è stato probabilmente il migliore. Senza spazio per pause o giggionamenti (a parte l’apparizione sul palco di Fratello Metallo, onorato da Phil Anselmo con la simulazione di una pippa!), la band di New Orleans infila dieci tiratissime canzoni in circa un’ora di set, Fratello_Metallo_8379.JPGdimostrandosi in forma a dir poco smagliante (almeno dal punto di vista professionale: Rex Brown, bianco e magrissimo, sembra infatti un’ectoplasma). Visto il poco tempo a disposizione molte perle del loro repertorio restano fuori, ma ci sono «Lifer», «Hail the leaf», «The path» e «Ghosts along the Mississippi», e allora non c’è davvero niente di cui lamentarsi.

 

Carcass_0217.JPGPersi (purtroppo) i Carcass e (per fortuna e per scelta) i Blind Guardian, arriva, alle 21, la prova dei primi headliner, i Dream Theater. Il loro sottotitolo potrebbe essere «Ieri, oggi, domani», nel senso che averli visti 15 anni fa od oggi a Monza, o ancora vederli tra 15 anni, è un po’ la stessa cosa: quelli erano, quelli sono, quelli saranno. E quanto questo si sposi al concetto di progressive, può figurarselo come crede ognuno di noi. La sensazione, a rifletterci ora, è che i Dream Theater abbiamo fatto una grandissima carriera fino a «Falling into infinity», disco bello e coraggioso, a prescindere dal fatto che sia stato o meno il risultato di compromessi con la casa discografica; i metal-fan però, dimostrandosi una volta di più ottusi e musicalmente ignoranti, hanno gridato allo scandalo per quell’album «troppo morbido», col risultato che la band ha azzerato tutto ciò che aveva fatto fin lì per ritornare a suonare esattamente come ai tempi di «Images and words». Progressive, no? Sul Dream_Theater_0417.JPGpalco il discorso non cambia: quello di Portnoy (per la cronaca: un gigante) è un gruppo che la fantasia, quando ce l’ha, la lascia ben chiusa in studio, e che on stage funziona da mero ripetitore sempre identico a sé stesso: e questo punto, guardare sempre lo stesso concerto col videoregistratore di casa o vederli 20 volte dal vivo non fa differenza alcuna. Questa esibizione di Monza ci consegna però due dati su cui riflettere: il primo è che il materiale storico della band non ha retto l’urto del tempo e, a sentirla nel 2009, una canzone come «Pull me under» si dimostra un monolito indigeribile – e non è che con «Metropolis», «Caught in a web» o «Voices» le cose vadano molto meglio; il secondo è che molti trentenni di oggi, di quelli che un decennio fa hanno fatto la fortuna dei Dream Theater, provano adesso verso di loro una ben poco dissimulata insofferenza: sul prato del Brianteo è questa, in lungo e in largo, la sensazione predominante.

 

Slipknot_0658.JPGIn chiusura di serata il vero piatto forte, gli Slipknot. Salgono sul palco uno a uno e restano immobili nella loro posizione per 3-4 minuti, mentre le casse inondano i presenti con del noise disturbante: il senso di straniamento e disagio è totale, tra il pubblico non si muove foglia, e c’è da credere che se le cose andassero avanti così per mezz’ora, nessuno si azzarderebbe a fiatare o fare alcunché. Gli Slipknot sono un’idea, un progetto, oltre che un gruppo musicale, esattamente come un’idea e un progetto erano «Matrix» e «V per vendetta», oltre che semplici film: che poi né gli uni né gli altri riescano negli effetti a cambiare le sorti dei loro spettatori e del mondo, beh, questa è un’altra storia. Tra canzoni vecchie («Before I Forget», «People = Shit», «Disasterpiece» e «Duality») e nuove («Dead memories», «Sulfur», «Psychosocial»), 90 minuti di grande musica e buono spettacolo, con Corey Taylor che non fa altro che bestemmiare e dire «This is insane» per commentare, quasi incredulo, la partecipazione della folla di Monza, in questo 28 giugno in cui ricorrono i 10 anni esatti dalla nascita del gruppo. Grande impressione, davvero.

 

 

 

 

Alessandro Marongiu (luglio 2009)

 

 

 

 

© Miusika.net pic by Emanuela Giurano

 

 

Static X – live @ Gods of Metal – Monza 28/06/2009

 

 

 

Cynic – live @ Gods of Metal – Monza 28/06/2009

 

 

 

Napalm Death – live @ Gods of Metal – Monza 28/06/2009

 

 

 

Mastodon – live @ Gods of Metal – Monza 28/06/2009

 

 

 

Tarja – live @ Gods of Metal – Monza 28/06/2009

 

 

 

Down – live @ Gods of Metal – Monza 28/06/2009

 

 

 

Blind Guardian – live @ Gods of Metal – Monza 28/06/2009

 

 

 

Carcass – live @ Gods of Metal – Monza 28/06/2009

 

 

 

Dream Theater – live @ Gods of Metal – Monza 28/06/2009

 

 

 

Slipknot – live @ Gods of Metal – Monza 28/06/2009

 

 

 

© Miusika.net pic by Emanuela Giurano

 

 

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