EUA – Intervista

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Produrre arte con talento intelligenza, ironia. Questo l’intento dichiarato del collettivo Aguirre di cui il primo disco degli Eua, recensito qualche settimana fa, è il primo progetto musicale.

In precedenza era uscito ‘Dal buco‘, una raccolta di poesie se vogliamo usare una definizione ovvia ma riduttiva, visto il corredo grafico che accompagna e arricchisce ogni signolo scritto.

 

Attilio Poletti, autore delle poesie raccolte in ‘Dal Buco‘, è anche autore dei pezzi degli Eua dove, invece di una veste grafica, le sue poesie si arricchiscono di una poliedrica veste sonora.

Visto che di musica si tratta, abbiamo incontrato Ribamar, fratello e produttore, per parlare del disco.

 

M: Il vostro disco ha, come dici tu nella presentazione, un autonomia sonora ed è molto ricco, ma le canzoni stanno tranquillamente in piedi anche solo con le voci e le chitarre.

Le canzoni dell’album sono arrivate ‘nude’ da Attilio e sono state ‘rivestite’ dagli Eua in studio, o c’è di più?

 

R: A prescindere da quel che gli succede, Attilio scrive. Canzoni, testi, poesie.. Il tutto solitamente sta in un baule, e di lì non si muove. In occasioni speciali (eclissi di sole, nubifragi, nascite di funghi) il baule si apre e a noi adepti vengono mostrate le sue opere, spesso scelte tra nuovissime e vecchissime, secondo l’estro del momento. Le canzoni, in particolare, ce le canticchia con la chitarra (ultimamente addirittura le registra!). Quelle che ci entusiasmano vengono allora euizzate, cioè rese adeguate ai nostri sfrenati istinti musicali.

Per esempio Max ogni tanto il sultano lo deve pur suonare, no? E facciamoglielo sonà!

 

M: Ci sono diverse affinità tra il disco degli Eua ed il libro di Attilio (Dal Buco), il libro è caratterizzato dell’associare poeticamente o scanzonatamente parole e immagini; il disco fa lo stesso con le parole e i suoni.

R : In effetti dietro a tutto c’è sto robo, insomma, il collettivo Aguirre!

 

M : Ho l’impressione che abbiate veramente poche pregiudiziali sonore. Il disco è pieno di cori, ritmi, coloriture, strumenti anche molto diversi tra loro. Però alla fine è tutto molto coerente e, sembra una contraddizione ma non lo è, omogeneo.

 

R: Unire il variegato universo di Attilio alla voglia di prenderci un po’ in giro fa sì che il disco sia allegramente variopinto; ciononostante, i brani sono stati arrangiati e mixati da una sola persona (cioè io), e questo, schizofrenia permettendo, dovrebbe amalgamare il tutto.

 

M: Non saprei trovare riferimenti per gli Eua, o forse ne troverei troppi. Mi sembra un ottima cosa.

 

R: Diciamo che Eua Eua et voilà è stata un’ottima occasione per condensare un bel fardello di esperienze e la voglia di creare qualcosa di personale, più che di originale a tutti i costi.

 

M: Un altra cosa inconsueta è che rifuggite dalla retorica del viaggio (all’americana). Le autostrade sono imbottigliate, Antonella è 900 miglia a sud, piuttosto c’è un lago o un fiume che immagino siano sull’appennino Tosco Emiliano, dietro casa.

 

R: Speriamo che queste canzoni esorcizzino la nostra paura delle distanze!

 

M : Magari anche la musica viene un po da casa, rifuggite dal 4/4 tipico del rock.

 

R: Beh, di quattroquarti ce n’è qualcuno… è che non c’è la batteria, a volte siamo country, a volte semplicemente un po’ scemi.

 

M : ‘Prima e dopo i pasti‘ mette subito in evidenza le vostre fissazioni sul cibo.

 

R: Attilio, gran mangiatore di sbobbe e polpettoni! Noi a ruota, ma a debita distanza.

 

M: Mestre Marghera saluta l’arrivo trionfante del sultano. Prima di tutto, ha un gran suono;

poi, si accaparra tutti i riff migliori e ‘lancia’ veramente le canzoni. Tira più di una chitarra.

 

R: Questi esaltanti elogi mi fanno pensare che il nome altisonante con cui l’abbiamo battezzato sia proprio meritato! Il sultano ringrazia e ti benedice.

 

M: In mezzo a pezzi divertenti e non convenzionali, ‘Addio postumo sul fiume‘, ‘Compagni di gabbia‘, ‘Il lago dove si specchia la luna‘, ‘Vicolo losco‘ nel loro essere forma canzone brillano ancora di più, perché poi sono delle gran canzoni. Ho l’impressione che potreste fare un disco completamente in ‘forma canzone’ strofa e ritornello, ma funzionerebbe meno.

 

R: Confesso che da parte mia c’è un leggero timore di essere etichettati folk, forse perché questo genere mi annoia un po’… In ogni caso l’ispirazione di Attilio proviene palesemente anche dal punk, e metterci in mezzo dello swing fa troppo Eua!

 

M: Canzone delle rime banali è chiarificatrice di quanto siete lucidi nel giocare con le parole. Diversi cantautori, anche molto di successo, alcune di queste rime le avrebbero usate ‘sul serio’.

 

R: Qui vorrei fare un appunto sulla meticolosità di Attilio a proposito dei testi. È capace di

lavorare mesi su una strofa! Non si tratta però di manierismo, è che lui ha veramente chiaro cosa vuole dire… anche quando noi non ci si capisce un acca.

 

M: Canzone minimalista è una di quelle che mi aiuta a spiegare perché il vostro disco è ricco. C’è un avvio melodico divertente e un testo in superficie buffo ma che in realtà è leggero solo per parlare di cose profonde. Ci sono i cori che diventano sempre più ricchi coll’andare della canzone, il pianoforte, le chitarre e un ritornello popolare, praticamente uno stornello.

 

R: Troppo gentile! Siamo tutti rossi dall’imbarazzo, Attilio per la contentezza si è gettato nel lago vestito.

 

M: Speck, Barbara, Antonella: ci sono anche pezzi divertenti e sguaiati. Dal vivo deve essere un spasso. Come è un tipico concerto degli Eua?

 

R: L’hai detto, amico. Un vero spasso. Noi ci divertiamo tantissimo.

 

M: Il disco è stato accolto bene ? Cosa c’è nel futuro degli Eua ?

 

R: Sembra che qualcosa si stia muovendo, da quando ci siamo affidati ad un’agenzia per la promozione. Per ora ci aspettiamo che il videoclip del singolo Mestre Marghera Borgo Panigale arrivi in tv. E in autunno si registra il succosisissimo secondo album…

 

 

 

 

Andrea Barsanti (ottobre 2009)

 

 

 

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