Camilleri ∙ Lucarelli – Acqua in bocca (2010)

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Come ottenere un altamente probabile bestseller?

Prendete due affermati autori di successo, se poi son anche talentuosi tanto meglio, uniteli in un progetto comune, datene conoscenza alle masse e il risultato non è come 2 + 2 ma ci va molto vicino.

Se oltretutto i due attori sono due bravi autori che oltretutto sono anche due personaggi interessanti come Andrea Camilleri e Carlo Lucarelli beh….. ça va sans dire 🙂 .

Ovviamente anche io non sono sfuggito al fascino suscitato da un lavoro a quattro mani di cotanti nomi.

Il risultato?

Dipende dalle nostre aspettative.

Se come me vi aspettavate un corposo romanzo con protagonisti Salvo Montalbano e Grazia Negro allora riponete tale aspettativa nel cassetto. Non perché i due amati protagonisti non ci siano, ma perché il risultato prodotto nel presente Acqua in bocca dalla coppia CamilleriLucarelli è un qualcosa di un attimino diverso e assai meno corposo, un centinaio di pagine all’incirca.

Come spiega molto bene l’editore Daniele di Gennaro di Minimum Fax nella sua nota finale, tutto nasce nel 2005 quasi per scherzo durante le riprese di un documentario sui due scrittori. Scherzo che poi si trasforma in un gioco, un esperimento e una sottile sfida letteraria tra i due.

La forma scelta per questo divertissement è quella del romanzo epistolare, nel quale i due protagonisti Salvo Montalbano e Grazia Negro collaboreranno insieme in una indagine non autorizzata per risolvere una serie di casi, a prima vista slegati e invece fortemente intrecciati fra loro, attraverso scambi di dati, informazioni e foto, lasciando al lettore la possibilità di riempire i vuoti con la propria fantasia.

Il risultato è, sempre citando il Di Gennaro, una “jam session dal sapore jazzistico, quasi come quando Miles Davis saliva sul palco dove suonava Dizzie Gillespie”. Più prosaicamente è un libricino piccino picciò che sa molto di gioco tra i due autori, ma molto divertente ed affascinante, in cui c’è spazio anche per altri protagonisti dei due. In maniera diretta per il divertentissimo e casinista ispettore Coliandro (che non si smentisce ovvio), in maniera indiretta per i vari Catarella, Mimì, la Balboni e compagnia varia.

Concludendo, se approccerete Acqua in bocca con lo spirito giusto avrete di fronte a voi un oretta circa di lettura ben spesa ed appagante, altrimenti la delusione è dietro l’angolo. L’augurio è che questo libricino sia solo la base per una prossima sceneggiatura per una fiction che un qualche lungimirante dirigente di mamma RAI costringerà i due a scrivere, magari con le musiche di alcuni dei nostri grandi jazzisti, sperem 🙂 .

 

 

 

 

Mario (agosto 2010)

 

 

 

 

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